Project Description

PROGETTO “MIGLIORAMENTO DELL’ASSISTENZA AI DISABILI DELLA CASA HOGAR NIÑO DIOS DI BETLEMME”

(Legge Regionale 25 agosto 2003 “Partenariato per la Cooperazione”)

Organizzazioni Partners del Progetto

Comune di Betlemme
Sindaco, dott. Dr. Victor Batarseh, eletto nel 2005.
Indirizzo: Manger Square, Bethlehem, Palestine.
http://www.bethlehem-city.org

Famiglia Religiosa del Verbo Incarnato
Istituto Serve del Signore e Della Vergine di Matarà
El-Atan Street 3, Betlehem

L’Istituto, ramo femminile della Famiglia del Verbo Incarnato, è un’istituzione di vita religiosa fondata in Argentina dal P. Carlos Miguel Buela. Nell’attualità l’Istituto conta circa 750 religiose, in fondazioni in Ucraina, Russia, Albania, Italia, Spagna, Olanda, Islanda, USA, Brasile, Perù, Cile, Argentina, Ecuador, ecc. Le religiose si dedicano ad opere di carità e di aiuto verso tutti i bisognosi ed in particolare le persone abbandonate ed i disabili fisici e mentali. Nel territorio dell’Autorità Palestinese oltre all’assistenza svolta presso un casa per anziani a Beit Jala le suore gestiscono l’”Hogar Niño Dios” casa d’accoglienza per bambini handicappati, abbandonati e in grave necessità. Le religiose sono in 4, e l’opera che svolgono è dare una casa a 13 ragazzi disabili fisici e mentali che altrimenti non avrebbero dove andare oltre a seguire altri 5 ragazzi disabili che vengono soltanto nel pomeriggio.

AVSI-Fondazione
Via Carducci 85, 47023 Cesena, www.avsi.org

Organizzazione non governativa senza scopo di lucro, impegnata in progetti internazionali di aiuto allo sviluppo in 35 paesi di Africa, America Latina, Medio Oriente e Est Europeo, nei settori educazione, sanità igiene, cura dell’infanzia in condizioni di disagio, formazione professionale, recupero delle aree marginali urbane e dell’ambiente, agricoltura ed emergenza

AVSI (Associazione Volontari per il Servizio Internazionale) è una ONG italiana che opera in Palestina dal 1993 realizzando progetti in vari settori (promozione delle piccole imprese e dell’artigianato, supporto a scuole e centri educativi, promozione dello sport, aiuto all’infanzia). Gli interventi AVSI privilegiano la formazione di operatori locali, il rapporto con enti di solidarietà ed istituzioni educative attraverso l’impiego di volontari e di esperti in lunga e breve missione. AVSI con il contributo della Regione Lombardia ha realizzato il progetto:  “Programma integrato di sostegno alle istituzioni nel campo dell’istruzione superiore, e promozione dello sviluppo di Betlemme” prevedendo attività nei seguenti ambiti di intervento: riorganizzazione dell’Ufficio di Sviluppo del patriarcato Latino di Gerusalemme per il sostegno a microprogetti imprenditoriali e fornitura di assistenza tecnica ed accesso al credito; sostegno allo sviluppo rurale e valorizzazione delle risorse idriche, realizzazione di una tipografia con servizio di grafica. AVSI è inoltre presente da diversi anni sul territorio palestinese con il sostegno a distanza (SAD) a supporto dei bambini di Betlemme e Betania (El Azariya) e attualmente sono sostenuti 530 bambini.

L’Hogar “Nino Dios” delle suore del Verbo Incarnato è stato scelto come beneficiario e partner del progetto per la particolare situazione di bisogno in cui versa (ha ricevuto infatti sporadiche donazioni da privati, ed una sola volta dalle Opere Pontificie e dall’UNDP, l’agenzia per lo sviluppo delle Nazioni Unite) che si accompagna alla tenacia delle suore nel portare avanti un’iniziativa di carità unica nel suo genere, che è quella di dare una casa e di fatto una famiglia a 14 disabili e di fornire un’educazione ed una formazione ad altri 3 di loro.  Il Comune di Betlemme è stato scelto come partner in quanto garantisce il sostegno alle attività e la relativa fattibilità, in primis in termini di permessi per la realizzazione dei lavori che di attività collaterali. La scelta di AVSI, un’ONG già presente in Palestina consentirà invece di ridurre al minimo le spese di personale espatriato e di trasferte, consentendo all’organizzazione  promotrice di impiegare la maggior parte del budget in un effettivo aiuto al beneficiario. AVSI si occuperà dell’implementazione e del monitoraggio del progetto in Betlemme attraverso i suoi espatriati e i suoi collaboratori operanti in Palestina. Verrà dunque formata un’equipe di coordinamento del progetto con un rappresentante di ogni partner, che esaminerà l’andamento delle attività e la sua coerenza con l’impostazione progettuale. In particolare, il coordinatore del progetto lavorerà a stretto contatto con i partner locali, recandosi di frequente sul luogo della realizzazione del progetto (Hogar Nino Dios) ai fini di monitorare l’andamento dei lavori di miglioramento dell’edificio (attività 2; azioni 2.1 e 2.2) e che tutto si svolga nel modo e nei tempi previsti. Il coordinatore locale sarà inoltre responsabile dell’acquisto delle attrezzature funzionali all’esercizio dell’intervento (attività 3 azione 3.1) oltre che di monitorare l’accesso ai servizi per i disabili, nell’area del progetto (attività 3 azione 3.2). Le Suore del Verbo Incarnato (principale partner locale del progetto) si occuperanno invece della gestione diretta dei lavori nella loro casa d’accoglienza coadiuvate da un logista (attività 2; azioni 2.1 e 2.2) oltre che dell’acquisto dei servizi per i disabili della casa (attività 3; azione 3.2)

Descrizione del progetto

Durata del progetto in mesi:
12 mesi – dal 1 aprile 2009 al 31 marzo 2010.

Sintesi delle caratteristiche principali del progetto.
Contesto di Riferimento: In un contesto già povero e caratterizzato da una situazione endemica di violenza e tensione come quello palestinese, i bambini disabili e affetti da malformazioni spesso vengono abbandonati dalle famiglie che, a causa di forti condizionamenti culturali, vedono nell’handicap un disonore o una forma di castigo divino. Le madri non sanno come far fronte alle disabilità dei figli a causa della mancanza di una cultura dell’assistenza verso i più deboli e sfavoriti. Spesso inoltre le persone portatrici di handicap vengono chiuse in case per evitare che il villaggio e la società vengano a conoscenza del fatto.

Obiettivi Generali
Sviluppo di condizioni di vita dignitose per la popolazione, con particolare attenzione per minori e disabili fisici e psichici.

Sfera D’azione
Aiuto alle fasce sociali sfavorite ed emarginate,  a cui appartengono i disabili.

Impostazione e metodi
La metodologia di realizzazione del progetto si basa su tre linee guida: il risanamento della struttura attraverso una serie di lavori di riabilitazione della casa d’accoglienza che risponde all’esigenza di rendere più accogliente l’ambiente in cui i beneficiari vivono e di migliorare le loro condizioni di vita quotidiana, l’acquisto di alcune attrezzature specializzate (sedie a rotelle, sedie, letti, tavolo) per migliorare le condizioni di ospitalità e cura, l’aiuto diretto ai disabili per mezzo di sedute di riabilitazione motoria e la loro formazione grazie ad un’insegnante e ad un’educatrice oltre che la frequentazione di una scuola di lento apprendimento  per quelli che hanno capacità che possono essere incentivate e stimolate.

Obiettivi specifici del progetto

Obiettivo specifico 1.1: Migliorare la cura ai disabili che frequentano e sono ospitati dalla casa d’accoglienza “Hogar Niño Dios” di Betlemme attraverso una parziale ristrutturazione dell’edificio e l’acquisto di alcune attrezzature.

Obiettivo specifico 2.1: Godere di un’assistenza più mirata e professionale che permetta anche di alleviare forme di dolore fisico derivanti dalla condizione di disabilità oltre che di facilitare gli spostamenti per e dal centro e di ottenere una formazione educativa e scolastica per i ragazzi ospiti della casa.

Beneficiari Diretti: 17 disabili Palestinesi e le loro famiglie.

Beneficiari Indiretti: La comunità civile di Betlemme, Beit Jala e Beit Sahour.

Risultati previsti: I risultati previsti sono:

1) l’ottenimento di una migliore abitabilità dell’edificio per i disabili (riabilitazione di bagno e cucina, lavori all’esterno dell’edificio che comprendono la realizzazione di un’inferriata sul muro principale della casa e di un rampa per disabili che faciliti l’accesso al centro).

2) una migliorata assistenza ai disabili (acquisto di nuove attrezzature, sedute di riabilitazione in un centro specializzato).

3) formazione scolastica dei disabili (presso una scuola di lento apprendimento per alcuni di loro e presso il centro con un’insegnante) e sostegno educativo (attraverso un’assistente sociale).

Sostenibilità: Le suore dell’Istituto del Verbo Incarnato garantiscono la sostenibilità futura del progetto,. Infatti, implementando le attività del centro potranno migliorare le condizioni dell’educazione e dell’ospitalità per i disabili contribuendo a far conoscere una realtà educativa e formativa che al momento vive soltanto della carità dei benefattori. Ciò avrà anche l’impatto positivo di rendere il centro idoneo ad accogliere altri giovani disabili di Betlemme e dei villaggi circostanti. Il progetto, inoltre, contribuisce senz’altro a promuovere un atteggiamento di cura ed attenzione verso coloro che all’interno di una società già povera e disgregata rappresentano veramente gli “ultimi”, vittime di una cultura che considera la disabilità qualcosa di disonorevole e da nascondere. Ciò condurrà ad una maggiore collaborazione con le famiglie, responsabilizzandole e conducendole ad interessarsi maggiormente ai loro figli (ad esempio, nonostante le famiglie non paghino per l’accoglienza data ai figli, su richiesta delle suore, portano vestiti pannoloni e giochi) che, grazie ad attività formative, dimostreranno come anche nella disabilità si possa ottenere un’istruzione e mettere a frutto le proprie capacità. Già attualmente, grazie all’attività delle suore, sono stati riallacciati i rapporti con i genitori di alcuni disabili che ora possono trascorrere il week-end in famiglia.  Bisogna poi sottolineare che la collaborazione con il Comune di Betlemme, uno dei partner del progetto, contribuirà ad accrescere una serie di reti di relazioni con strutture simili a livello locale che permetteranno un radicamento ancora maggiore nel contesto sociale della municipalità di Betlemme facilitando tra le altre cose un progresso in termini di visibilità e di considerazione pubblica. La percezione positiva del centro come di una realtà inserita nel contesto sociale di riferimento, aiutata anche dalla realizzazione del progetto, potrà condurre persone abitanti del luogo ad avvicinarsi al centro in qualità di volontari o di lavoratori

Attività di progetto e modalità di realizzazione

Attività n.1 – Coordinamento e gestione amministrativa.

La gestione amministrativa del progetto è affidata all`Ente promotore, mentre il coordinamento delle attività è affidato ad un’equipe di coordinamento composta da rappresentanti di: AVSI, Suore dell’Istituto del Verbo Incarnato, Comune di Betlemme. Si prevedono tre sedute principali fra i membri responsabili degli enti partner. Due incontri (il primo dopo l’eventuale approvazione del progetto per stabilire l`avvio delle attività e le modalità di partecipazione e controllo, ed il terzo a conclusione del progetto per l’approvazione del report finale) si svolgeranno a distanza con l`ausilio dei mezzi informatici, mentre il secondo incontro di coordinamento si svolgerà in loco a Betlemme fra i membri rappresentanti degli enti partner a metà circa dei lavori in corso.

Attività n.2 – Parziale ristrutturazione della casa d’accoglienza “Hogar Nino Dios”.

Tutti i lavori di ristrutturazione della casa d’accoglienza saranno coordinati da un logista scelto dalle suore.

– Azione 2.1: Lavori di riabilitazione e adeguamento della cucina e del bagno posti al piano terra della casa.

Descrizione: I ragazzi che vivono stabilmente nella casa d’accoglienza sono 13 mentre altri 4 vengono solo nel pomeriggio e poi tornano a casa dalle famiglie. In tutto i ragazzi che frequentano il centro, sia stabilmente che non, sono 17. Riabilitare parzialmente la cucina ed il bagno posti al piano superiore della casa d’accoglienza “Hogar Nino Dios” è di importanza fondamentale sia per gli operatori (suore, insegnante, ecc) che vivono nella casa in quanto queste due stanze sono ad esempio utilizzate giornalmente dalle suore, che per i disabili. La cucina richiede un’opera di rinnovamento che comprende una sostituzione delle piastrelle del pavimento e del muro, del secchiaio, dei mobili e dei ripiani e di tutte le tubature. E’ necessario cambiare le piastrelle del pavimento in quanto attualmente proprio a causa dell’usura di esse l’accesso delle sedie a rotelle risulta difficile. Nel bagno, le tubature sono arrugginite e perdono acqua allagando il pavimento. Questo crea problemi di igiene ed è anche pericoloso a causa del pavimento spesso scivoloso. Anche i rubinetti della vasca da bagno e del lavandino devono essere rimpiazzati e lo scarico del water spesso si ottura. Oltre a risolvere questi problemi, bisogna  rimuovere le piastrelle del pavimento e del muro per rimpiazzare i tubi dell’acqua calda e fredda oltre che quello di scarico cercando di mantenere e riutilizzare i vecchi infissi. Nel fare ciò è necessario mettere nuove piastrelle e rubinetti.

· Azione 2.2: Costruzione di una inferriata sul muro che da sulla strada principale e costruzione di una rampa per disabili

Descrizione: E’ necessario costruire completare il muro che da sulla strada principale con un’inferriata costituita da sbarre di ferro dell’altezza di un metro per una lunghezza di 110 metri. E’ infatti successo di frequente, che giovani sfaccendati di Betlemme abbiano scavalcato il muro importunando i disabili o tirando sassi contro la casa.  E’inoltre di importanza fondamentale, per facilitare l’accesso e l’uscita dei disabili dal centro, la costruzione di un passaggio-rampa che colleghi la casa con la strada principale. La rampa sarà costruita in calcestruzzo, larga 1 metro e 20, lunga 50 metri e spessa 15 centimetri e sarà dotata di un corrimano permettendo così il passaggio sia dei disabili con difficoltà motorie sia delle sedie a rotelle.

Attività n.3 –  Acquisto di attrezzature e organizzazione dell’assistenza ai disabili ospiti della casa.

· Azione 3.1: Acquisto di attrezzature per la casa d’accoglienza funzionali all’esercizio dell’intervento.

Descrizione: Due ragazze che vivono stabilmente nella casa soffrono di una disabilità motoria totale e passano dunque gran parte della loro giornata su una sedia a rotelle. E’ dunque necessario acquistare per loro una sedia speciale per il bagno che permetta alle suore di fare la doccia e lavare le due ragazze. E’ inoltre necessario acquistare alcuni oggetti utili a migliorare la permanenza dei disabili ospiti della casa: 3 nuovi  letti a castello (due per i disabili e uno per le suore in quanto una di loro a turno trascorre sempre la notte al piano terra con i ragazzi), un tavolo estendibile da 8/12 posti, 15 sedie. I nuovi letti a castello per i ragazzi ne sostituiranno altri due che sono usurati e a rischio di rottura, mentre il terzo è necessario per la stanza delle suore. Acquistare un tavolo da 12 posti permetterà invece ai disabili di svolgere in modo migliore le loro attività scolastiche ed educative in quanto finora devono utilizzare 4 piccoli tavoli da due persone accostati tra di loro, che non hanno nemmeno la stessa altezza. Le 15 sedie sono necessarie a rimpiazzarne alcune ormai malandate, e ad aggiungersi alle altre ai fini dello svolgimento di diverse attività della casa (educazione, riunioni, pasti, feste ecc.)

· Azione 3.2: Miglioramento dell’assistenza per i disabili che frequentano o sono ospitati dalla casa di accoglienza.

Descrizione: I disabili non sono accettati dalle scuole che spesso non sanno come far fronte al problema della disabilità sia per quanto riguarda il percorso educativo che dal punto di vista della preparazione degli insegnanti. Spesso inoltre non vogliono pagare insegnanti di sostegno per gli alunni portatori di handicap. I ragazzi del centro hanno innanzitutto bisogno di una formazione che permetta loro di acquisire alcune capacità e conoscenze di base così da superare alcune difficoltà connesse alla loro condizione. Si rende perciò necessaria la presenza di un’insegnante che insegni loro a scrivere e a far di conto e di un’educatrice che li segua durante una parte della giornata attraverso attività di gioco, disegno e piccoli lavori manuali. E’ dunque di importanza fondamentale ai fini del progetto il garantire la presenza di queste due figure professionali. Vi sono invece due ragazzi che possiedono potenzialità maggiori di apprendimento rispetto agli altri ed hanno pertanto la necessità di frequentare una scuola speciale di lento apprendimento visto che nelle scuole normali non sarebbero accettati.  E’ pertanto necessario garantire loro la retta scolastica per questo tipo di scuola. Vi sono poi due bambine ospiti del centro che non possono camminare e dipendono in tutti i loro movimenti dall’aiuto delle suore. Hanno dunque bisogno di sedute di riabilitazione motoria per la durata di un anno che permettano loro di compiere alcune azioni in modo autonomo come il riuscire a mangiare da sole. E’ inoltre necessario sostenere le spese di trasporto per un ragazzo da e verso il centro.

Coerenza con la Legge regionale n.20/2003 “Partenariato per la Cooperazione”

La struttura del progetto è senz’altro molto semplice ma cerca di rispondere ad un’esigenza estremamente importante in un contesto sociale martoriato da povertà e violenza: la cura e l’aiuto ai disabili, spesso dimenticati o rifiutati all’interno della società palestinese.

Tale progetto, perciò, crede di poter rientrare ampiamente nella tipologia di intervento nr. 4 espressa dalla Regione Puglia con la Legge regionale n. 20/2003, ovvero “promuovere su scala locale lo sviluppo umano sostenibile, il rispetto dei diritti fondamentali della persona e delle fasce sociali più svantaggiate, mediante l’attuazione di azioni in favore di popolazioni e di territori coinvolti in eventi eccezionali causati anche da conflitti, da calamità, da situazioni di denutrizione e da carenze igienico-sanitarie”, attraverso i seguenti ambiti individuati:

  • soccorso e assistenza a popolazioni colpite da emergenza;
  • recupero di dignitose condizioni di vita delle popolazioni, con attenzione prioritaria ai minori e alle persone svantaggiate, e sostegno alla realizzazione di strutture a carattere socio-culturale e di infrastrutture civili
  • elaborazione e/o partecipazione a progetti di sviluppo integrato, per la realizzazione di impianti, attrezzature e servizi;

Esso ritiene inoltre di poter ottimizzare al meglio le risorse e perciò di massimizzare l’aiuto effettivo che il contributo economico concesso dalla Regione Puglia porterà alla singola persona.

Pari opportunità, coinvolgimento della componente giovanile e dei soggetti associativi locali

Il progetto, garantisce la promozione delle pari opportunità in primis perché promuove condizioni di vita dignitosa per i disabili e garantisce loro un diritto fondamentale che è quello alla cura ed all’educazione.

In secondo luogo, in quanto la maggior parte degli ospiti della casa è costituito da bambine e ragazze che vivono pertanto una situazione di doppia difficoltà all’interno della società palestinese legata alla loro condizione di donne e disabili. Per quanto riguarda il coinvolgimento della componente giovanile e associativa è importante sottolineare il fatto che due giovani di Betlemme per alcuni giorni alla settimana svolgono attività di volontariato con i ragazzi della casa aiutandoli o semplicemente passando del tempo con loro e organizzando piccole feste. Inoltre, durante l’anno, dei giovani stranieri, svolgono la loro opera di volontariato aiutando le suore o stando insieme ai ragazzi. Alcuni fanno lavori di giardinaggio nel cortile della casa mentre altri, sulla base delle loro competenze personali coinvolgono i ragazzi in attività di gioco o in piccoli lavori.  In futuro, grazie ad un miglioramento delle condizioni d’accoglienza ai disabili da parte della casa “Hogar Nino Dios”, e all’inserimento di questa realtà in una rete di relazioni associative a livello locale, altri giovani, soprattutto di Betlemme, potranno essere coinvolti in maniera più sistematica in attività di volontariato presso la casa. E’ importante infatti che il cambiamento della mentalità diffusa in quest’area nei confronti dei disabili parta proprio dalle giovani generazioni.

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